Molto a lungo ho giocato con i talismani. Sapevo quasi meccanicamente trasformare qualsiasi oggetto in un talismano ma non ero cosciente della pericolsitá di questa capacitá. Un talismano è una cosa, una cosa qualsiasi della vita quotidiana che si carica della possibilitá di asicurarci della nostra esistenza, della nostra continuitá temporale. Talismani sono i testimoni essenziali del fatto che siamo vissuti e che siamo vissuti come noi stessi, con una certa coerenza nella sucessione.
Per me collezionare significava collezionare talismani. Per questo non ha mai avuto senso la completezza di una collezione. Il significato di una collezione era nel fatto che ogni suo singolo elemento mi riconduceva ad una atmosfera, ad una luce, ad una persona, una stagione, un sentimento, una speranza. Insomma la collezione era una reificazione della vita e la completezza della vita non si dà in vita.
Certo la rassicurazione della propria continuitá nel passato era anche e soprattutto una rassicurazione della propria continuitá anche nel futuro. Una garanzia contro il morso stritolatore e nullificante delle dure mascelle della morte.
Anche per questo i talismani erano carichi di nulla. Tutto il nulla dell'eternitá, precariamente contenuto e stabilizzato ma pronto ad esplodere a frantumare il suo guscio se l'oggetto era usato incautamente.Il nulla è i tuorlo del'uovo talismanico.
In vecchiaia ho perduto questa capacitá ma continuo ad accumulare potenziali talismani in fondo agli armadi, in una cpace borsa di forte plastica che comprai nel tempio taoista della Nuvola Bianca di Pechino.
genseki
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