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venerdì, dicembre 21, 2012

Piú niente

Dentro non c'era più niente
Eri vuoto, Forse qualche volo, minuzie,
Polvere di ricordi
Amori, sentieri, macchie d'umido,
Un cespuglio di nespole
Qualche giorno di un novembre
Infantile
Per un attimo apparve persino Enrico
Con la sua stampella.

A uno scoppio di vento
Che tese le sciarpe degli idoli tarlati
Lo sciame si levó in volo
Con strepito sordo
Un solo fiore spledeva sull'albero nudo
Come quel diadema di rugiada della leggenda
Le vespe scendevano ronzando
Sulla coppa di miele e il resto delle mele.

genseki

Campane

Erano pochi passi soltanto
E finivi per entrare nella morbida nebbia
delle campane.
L'udito lo avevi lasciato fuori,
Ascoltavi coi polpastrelli
Il lento ascendere delle stelle.

genseki

Ti lasciavi

Ti lasciavi spalancare
Dall'offerta delle sue mani
Dalle falde delle sua ciglia
Tutte le spighe, allora,
Erano candele
E le stelle piú amare
Macchiavano di verde la sua tunica.

genseki

Un'altra dea

Era la dea dei muri a secco
La ninfa della lucertole
Le crepe del suo ventre
Distendevano la tunica tra i rami secchi
Lo marcarono a fuoco, allora,
Con il vecchio ferro da stiro - a carbone -
Lo strazio del suo grido
Prese il posto del sole,
Generó lucertole,
Prima azzurre. Poi grige
Feconde
Madri di dee
Di amadriadi
Di mandorle
Di foglie
Poi la pace scivoló lungo il pendío
Fino al fondo umido del bosco.

genseki

Elicottero

Un elicottero sbucato d'improvviso
da una curva troppo stretta
La travolse mentre avanzava tra i mughetti,
Con i capelli recentemente azzurrati,
Frammenti di latrato schizzarono in tutte le direzioni
Le mascelle dei mastini dilaniarono cristalli
La stagione dei castelli stingeva nel sogno dell'araucaria,
Nella foresta di cactus
Il suo sangue era miele d'opale.

genseki

Che cosa resta?

Che cosa resta della parola
Quando oltre il velo non incontra l'occhio?
Come rosario di foglie
La sillaba il vento
Dalla cresta del monte
Al fondovalle
Le risponde il corno della luce:
Nessuno, piú -
L'aveva mai detta -.

genseki

lunedì, novembre 26, 2012

Appena

Fu appena il fioco distenedersi
Della fiammella feconda
Che ci avvolse in rete fragile
Ora verde ora zampilli
Graffi di unghie nel fango
Congiurano il volo azzurro
Canoro della libellula
Che muta distende pastelli
È l'ora d'ogni abbandono
Della canfora delle stelle
Lascio cadere la pelle
Resta la perla del cuore
Rugiada di crespo splendore
Sospesa fra muschio e cielo
E anche il respiro si annulla
Nella curva dello sguardo.

genseki

Mosche di stagno

Mosche di stagno
Colombe di cartone
Un lago in verticale
La corrente
Che modulava un volo di falene
Era il tuo ventaglio
Stregato dall'indifferenza
Delle tue unghie
Discutevo con i tuoi piedi
Fino allo sfinimento
Avrei voluto essere azzzurro
Nutrire delfini
Alimntare mantidi
O almeno la speranza
Bruciai colombe
Apparvero gemme
L'ultimo albero mi parlava
Scuotendo dalla chioma
Ruggine come forfora.

genseki

lunedì, novembre 12, 2012

Dietro la cortina della pioggia

Dietro la cortina della pioggia
Scivola via l'aspide luminoso
Canne d'orzo, schiocchi,
In ginocchio, a tentoni
Nell'erba spruzzata di rosa
Cerco versi, versi nuovi,
I miei versi, con gli occhiali spenti
Raccolgo solo chiocciole, sputi,
Qualche frammento insanguinato
Dei miei denti di ieri, fradicio
Mi riscaldo come ad una fiamma
Al calore dell'abbandono.

genseki

Soledad

Bevo dalla fiasca dell'abbandono
La pioggia fiacca tutti i gemiti
Germogliano le mie unghie al flauto della luna
Resto solo come ognuna delle sue note.

genseki

sabato, novembre 10, 2012

I ceci

I ceci li avevamo condivisi
Con altri roditori
Ma era la luce che ci feriva
Il freddo scorreva lungo il vetro
Come fossero tanta tante sfere:
Nessuna aveva una forma.
Sotto la sferza della luna
Cercavamo di essere noi stessi
Come lupi scorticati
Fiutavamo la nostra pelle.

genseki

mercoledì, novembre 07, 2012

Rimbalzavano le perle

Rimbalzavano le perle sul mogano
Proprio come componevo le parole
Cosí banali che certo nessuno
Le avrebbe volute comprare
Al mercato della menzogna.

Nudi miei cani

Nudi miei cani, piú nudo ancora
Nel fango arcaico della bughiera
L'alito si condensava in sogno,
Tepore della carne straziata;

Latravano tra i rovi, l'erica;
La luna era una groviglio di spine.
Inoronato di denti frugavo
Tra le viscere della veglia.

mercoledì, ottobre 31, 2012

Macbeth

Il sonno mi tortura
Con la lama dei sogni
Ho ucciso tutti i coltelli
Non mi potró destare

genseki

Il problema azzurro

Mi hai messo in un problema azzurro
Che mai sapró risolvere
Mi hai meso in un poema al freddo
Lá fuori a pascolare
In un deserto febbrile di volpi
Come se fossi io la crepa
La fenditura nella sabbia
Che granello a granello
Divora anche il dolore.

genseki


Pioggia

La pioggia mi aveva lasciato
Piú quieto in passato
Maturava allora
D'acero in acero
Oppure tra i faggi in fitto colloquio
Una sfida:
Goccia dopo goccia
Orecchio gemente
Come una perla ascoltava
Le scariche nel muschio
Poi la rivolta vana ammutoliva
In gocce di vetro verde
Veggenti

genseki

martedì, ottobre 30, 2012

Il vento tra gli olivi

Il vento tra gli olivi
Screpola la banchisa: graffi di acqua nera,
Trema appena la fiammella di un cero.
Sotto la volta romanica
Il muschio divora le pietre
Fin dove si estingue la brughiera.

lunedì, ottobre 15, 2012

Troppo tardi

Forse ormai troppo tardi
Abbiamo raccolto i nostri stracci
Preso congedo dalla scogliera
Dalla finestra che si apriva
Sui rami del tiglio
Dalle sedie arancioni della terrazza.
I tuoi vestiti
                       - anche quello verde -
Non avevano smesso di sanguinare
Da quel giorno,
Da quando la pioggia cominció a cadere
Proprio sulla lattuga
E non cessó nemmeno
Quando gli ultimi cervi abbandonarono
Il parcheggio tra le raffiche arancioni
Dei lampioni
E non cessa nemmeno adesso
E piove
Sul sofá di pelle
Sulla credenza abbandonata tra le felci
Sulla spuma delle sottovesti
Dei reggiseni, delle mutandine.
Forse davvero troppo tardi
Ho raccolto i miei stracci
Ho fatto l'appello delle mie ossa
Ho pianto anch'io
Sulla polvere
Sulle piante grasse
E ce siamo andati
Passando per la breccia della porta
Oltre il guado
Verso gli ultimi campi di colza.

genseki

domenica, ottobre 14, 2012

La dea degli stracci

Incerti miti, gli ultimi scarti
Di scisti gloriose
Rocciosi tramonti, s'innesta
L'acero alla falesia
Nella speranza della frana

Nella notte dei gelsomini
Sacri alla dea degli stracci
Inutilmente gridano le fauci
La paura dell'ultimo animale.

genseki

venerdì, ottobre 12, 2012

Invisibili

Invisibili ai nostri occhi
Gli uccelli dell'autunno
Era un esplodere lascivo
Di mandorle, sudavamo latte
Unghia dopo unghia
Merlo dopo merlo
Ua farfalla scagliata dalla frombola del sole
Ti aveva sfiorato una tempia.

genseki