GIORGIO CESARANO – Tre poesie
Epitaffio
Gli altri che t’amano e io
– “è finita, finita, finita” –
gli altri che t’amano e tu e io
giustamente per sempre feroci,
noi che ci perdiamo sempre
apparendoci in lunghi corridoi,
noi siamo – tu bene della terra
inguaribile e noi di tanto niente
gli eroi vivi, le anime del niente–
siamo noi, gli altri che t’amano e io
– così finita finita finita –
i morti della vita, e tu la tersa
faccia che ci trattiene veri di dolore,
della sorte, della vita che è persa,
ultimo crampo di inguaribile amore.
***
Con la testa sul mio cuscino
dormivi nei tuoi capelli
sanguiformi nell’alba
– ora ti guardo mentre perdi luce
piangendo nei tuoi capelli all’addio,
sul campo è l’ora dei pipistrelli –
debole come ora e tradito
da tanta mia spesa dolcezza
non sapevo vedere di te
che il nero, la cupa forma che mi assorbe
Con la testa sul mio cuscino
e questo che reggo sul mio gomito, mio
corpo, dai segni ancora di palestra e degli
strapiombi d’asfissia
a soffi il mare
vive per un momento in una
tenda spettrale
aveva i tuoi occhi
la ragazza che in questo stesso hotel
d’ironico nome Victoria
quand’ebbero gli anni principio d’amore
venne diritta, vita.
Gli occhi che ora si sognano, tuoi, chiusi
di me che discendendo li raggiungo.
Solo allungassi la mano
verso il soccorso della voce della
chiara serena Nina tutta certa.
Ma questo che reggo sul gomito, mio
corpo discende nel tuo sonno.
***
Fermo qui vicinissimo
amandoti con molto mio,
mentre tuo, tutto il tuo
– ferma qui vicinissima –
diminuire, rimpicciolirti,
con strazio non so (piccolo?)
mi sgorga per te via.
Dal Blog di Antonio Bux