giovedì, luglio 27, 2017

Soledades

Poesie di genseki



È un’orazione anche questo sventolare
Di albe piume e panni stesi
Di nebbia
Ogni tuo respiro
L’ostinazione delle colline
Il rovescio di pioggia sul bosco stremato
E il disperdersi del ricordo
In tutti questi doni.

*

Anche l’autunno e il mare passeranno
Passerá il ricordo che li accolse
E solo il vento il vento che ora soffia
Accogli come dono dell’istante.

*

Alla fine sei davvero stanco
E vorresti sedere du una pietra
Al bordo del sentiero
E sentire i tuoi piedi rabbrividire
Nelle scarpe inzuppate
Mentre il vento conferisce orgoglio e furia ai pini
E l’ombra della nebbia accarezza
Sassi e licheni
E restare dove stai come ogni altra cosa
Sta dove sta arreso all’adesso
Abbandonato al respiro a questo dono.

*

In questi occhi stanchi
Dimorano le cose che vidi
Nel loro profondo respiro
Avvolte dal tepore del ricordo
Che le cela e rivela
È grata accogienza lo sguardo
Del libero dono del mondo.

*

Seduto su questa pietra
Abbandonato al suo freddo invito
Alla domanda solenne della sua permanenza
Incantato come una statua di nebbia
Sogno che nevicano foicchi di marmo
Tra i rami rugginosi del carpino
Seduto su questa pietra
Accolgo il suo silenzio come un dono
Fino a cancellare ogni distanza.

*

L’ultima collina ti precedeva                                                   
Dopo di te si sarebbe dischiusa
Come una corolla di zolle e di abeti
Ad altri sguardi piú puri piú affranti
Dei tuoi che l’ombra affina
E nutre la mente
Occhi dolenti che accolgono
La collina con il sollievo della coincidenza
Occhi stanchi di aprirsi e di osservare
La collina ora che finalmente
Solo un capello solo una membrana
Separa lo sguardo dalla collina.

*

Pane

In questo pane cosí bianco
Dimora lo spirito il pensiero
In questo pane tiepido dimorano
Perdono e amore
Ogni morso è dono e preghiera
Nell’ora che sempre si schiude.

*

Chi mai potrebbe morire
Svincolarsi dall’amore del mondo
Dall’abbraccio delle cose
Se la morte non fosse un dono
Chi mai potrebbe morire?

*


Quanto dolore per un abbraccio mancato
Quanto dolore per un abbraccio perduto
Dolore di una vita intera
Che cerca la pace nella bufera.

*

Questo mio vecchio corpo
Di quanti autunni è stato testimone!
Custodisce la gloria l’ocra l’oro
L’ultimo splendore dei larici
Ai confini del gelo
L’azzurro inscalfibile dei laghi
Che riflettono il tempo, le stagioni
Questo mio vecchio corpo dolente
Ha avuto altre forme altri volti
Che ora non riconosco
Ha custodito la bellezza del gelo
La generositá dell’estate
La clorofilla e i gattici d’amore
Prima e dopo la nascita e la morte.
Questo mio vecchio corpo
Per cui tutte le cose sono un dono
L’erba le stelle il vento e le parole
L’acqua la sabbia e le pietre muschiose
Questo mio vecchio corpo pozzo e messe
Per me di sensazioni e di preghiere
Orazione mutua e perpetue
Di cellule e tessuti
Questo mio vecchio corpo è vero dono
Per cui si apre l’abbraccio del mondo.

*

Dove abitare se non nel respiro
Nell’alito caldo del cuore
Nel tepore di questo vecchio corpo
Nel suo dolore?

*

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