Il
cristiano che è interrogato e che interroga è più che mai isolato.
Finora c’era sempre un punto di contatto per il dialogo religioso,
sembrava almeno che ci fosse un fondo comune di certezza, e la
discussione riguardava solo diffenze secondarie. La posizione di
Paolo sull’areopago, dopo una passeggiata mattutina attraverso i
templi ed i santuari di Atene, ci appare addirittura invidiabile. I
suoi interlocutori sono ‘religiosissimi’, non solo vedono la
divinità in azione dovunque nell’universo, ma non hanno alcuna
difficoltà a credere conmaggior
o minor sicurezza ogni specie di rivelazioni particolari e
riconoscono ilculto, che lo stato decreta loro. Non si tratta più,
per cosi dire, che di svelare il ‘Dio ignoto’ e di provare che la
sua manifestazione nella morte e risurrezione di Cristo non ha
paragone con gli altri.
Oggi
si esige che tutti, anche tu che così a lungo, troppo a lungo, hai
guardato in direzione di Dio, girino in senso radicalmente inverso:
conversione al mondo. Non rientra infatti 1
questo nella tua stessa logica cristiana? I primi discepoli
non sono mandati dal loro Maestro in tutto il mondo? Contraddici a te
stesso se tu solo, mentre tutti guardano in avanti, guardi fisso
all’indietro.
Il
cristiano si guarda attorno in cerca di aiuto; ciò che una volta lo
avvolgeva come un abito che forniva protezione e calore è scomparso
ed egli si sente penosamente nudo. Si sente come un fossile di epoche
tramontate.
Da: "Chi è il cristiano?"
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