domenica, gennaio 30, 2011

Roque Dalton

Alta ora di notte

Quando mi saprai morto tu non dire il mio nome
Perchè si fermerebbero e la morte e il riposo.

La tua voee, campana di tutti e cinque i sensi
Sarà il pallido faro che la mia nebbia cerca.

Quando mi saprai morto dimmi sillabe strane
Pronuncia pane, fiore, ape, lacrima e tormenta.

Non lasciare che le tue labbra trovino le mie undici lettere,
Ora ho sonno, ho amato e ho vinto il silenzio.

No, non dire il mio nome quando mi saprai morto
Dalla terra più oscura mi chiamerebbe la tua voce.

No, non dire il mio nome, non lo dire, per favore
Quando mi saprai morto tu non dire il mio nome.

27/01/11
14:38:09

Il mare

Ci sono grandi pietre nella tua tempestosa oscurità
Grandi pietre con le loro date lavate dalla tua ombra
Perchè persino il sole mangia della tua ombra

Scricchiola nel freddo congedandosi dall'aria
Che non osa penetrare in te.

O mare in cui i disperati possono dormire
Cullati da impassibili esplosioni
Alfabeto di vertigine paisage diluito che aggrediscono i muri
I gabbiani, la spuma dei pesci sono la tua primavera
La furia è una piramide verde
Una resurrezione del fuoco più acuto il tuo clima
La tua miglior traccia sarebbe una chiocciola
Che cammina con passi di bambino nel deserto.

Siempre amai i villaggi dissimili
Apparentemente rubati dalle mani del mare
Citfadine presso la sabbia
Porto scandalosi nel'elbrezza del salnitro
Casali rabbrividenti tra la nebbia piena di coralli
Grandi citàa titanice di fronte alle tempeste umiliate
Borghi di pescatori ciechi sotto un faro di olio
Fabbriche in agguato tra gli atolli con un largo coltello
Valapraiso come una grande cascata sospesa
Manta Punàa porti dell'Ecuador negatori delle foglie
Buenaventura aromatica come un gran porto sudicio
Panamàa con gli occhi (punzados?) dalla depravazione
Cartagena sempre in attesa dei pirati
Affamata
Wilemstadt naufraga nei domini del petrolio
Tenerife e la sua dolce coppa di vino
Barcellona che sbadiglia tra banche e carabinieri
Napoli bellamente tumefatta
Genova Leningrado Sochi La Guaira Buenos Aires
Montevideo come una margherita
Puerto Limon Corinto
Acajutla in una lenta spiaggia della mia patria
Dove tuti si guardano nello specchio pesante solcato dai delfini
Scostando come rapida sciabila
Le spighe infinite di smeraldo.


Ora di cenere

Finisce settembre. E' l'ora giusta per dirti
Quanto difficile è stato non morire.

Questa sera per esempio
Ho nelle mani grige
Libri belli che non so comprendere,
Non potrei cantare sebbene abbia smesso di piovere
E non ho ragione di ricordare
Il primo cane che amai da bambini.

Da quando ieri te en andasti
Persino la musica si è fatta umida e fredda.
Quando morirò
Solo ricorderanno il mio giubilo mattutino e palpabile,
La mia bandiera senza diritto a stancarsi,
La concreta verità che distribuii dal fuoco,
Il pugno che resi unanime
Con il clamore di pietra che pretese la speranza.

Fa freddo senza di te, Quando morrò
Diranno con buone intenzioni
Che non seppi piangere
Piove di nuovo.
Mai come oggi hanno tardato tanto le sette meno un cuarto.

O voglia di ridere
O di uccidermi.

*

Trad. genseki

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