giovedì, luglio 27, 2017

Soledades

Poesie di genseki



È un’orazione anche questo sventolare
Di albe piume e panni stesi
Di nebbia
Ogni tuo respiro
L’ostinazione delle colline
Il rovescio di pioggia sul bosco stremato
E il disperdersi del ricordo
In tutti questi doni.

*

Anche l’autunno e il mare passeranno
Passerá il ricordo che li accolse
E solo il vento il vento che ora soffia
Accogli come dono dell’istante.

*

Alla fine sei davvero stanco
E vorresti sedere du una pietra
Al bordo del sentiero
E sentire i tuoi piedi rabbrividire
Nelle scarpe inzuppate
Mentre il vento conferisce orgoglio e furia ai pini
E l’ombra della nebbia accarezza
Sassi e licheni
E restare dove stai come ogni altra cosa
Sta dove sta arreso all’adesso
Abbandonato al respiro a questo dono.

*

In questi occhi stanchi
Dimorano le cose che vidi
Nel loro profondo respiro
Avvolte dal tepore del ricordo
Che le cela e rivela
È grata accogienza lo sguardo
Del libero dono del mondo.

*

Seduto su questa pietra
Abbandonato al suo freddo invito
Alla domanda solenne della sua permanenza
Incantato come una statua di nebbia
Sogno che nevicano foicchi di marmo
Tra i rami rugginosi del carpino
Seduto su questa pietra
Accolgo il suo silenzio come un dono
Fino a cancellare ogni distanza.

*

L’ultima collina ti precedeva                                                   
Dopo di te si sarebbe dischiusa
Come una corolla di zolle e di abeti
Ad altri sguardi piú puri piú affranti
Dei tuoi che l’ombra affina
E nutre la mente
Occhi dolenti che accolgono
La collina con il sollievo della coincidenza
Occhi stanchi di aprirsi e di osservare
La collina ora che finalmente
Solo un capello solo una membrana
Separa lo sguardo dalla collina.

*

Pane

In questo pane cosí bianco
Dimora lo spirito il pensiero
In questo pane tiepido dimorano
Perdono e amore
Ogni morso è dono e preghiera
Nell’ora che sempre si schiude.

*

Chi mai potrebbe morire
Svincolarsi dall’amore del mondo
Dall’abbraccio delle cose
Se la morte non fosse un dono
Chi mai potrebbe morire?

*


Quanto dolore per un abbraccio mancato
Quanto dolore per un abbraccio perduto
Dolore di una vita intera
Che cerca la pace nella bufera.

*

Questo mio vecchio corpo
Di quanti autunni è stato testimone!
Custodisce la gloria l’ocra l’oro
L’ultimo splendore dei larici
Ai confini del gelo
L’azzurro inscalfibile dei laghi
Che riflettono il tempo, le stagioni
Questo mio vecchio corpo dolente
Ha avuto altre forme altri volti
Che ora non riconosco
Ha custodito la bellezza del gelo
La generositá dell’estate
La clorofilla e i gattici d’amore
Prima e dopo la nascita e la morte.
Questo mio vecchio corpo
Per cui tutte le cose sono un dono
L’erba le stelle il vento e le parole
L’acqua la sabbia e le pietre muschiose
Questo mio vecchio corpo pozzo e messe
Per me di sensazioni e di preghiere
Orazione mutua e perpetue
Di cellule e tessuti
Questo mio vecchio corpo è vero dono
Per cui si apre l’abbraccio del mondo.

*

Dove abitare se non nel respiro
Nell’alito caldo del cuore
Nel tepore di questo vecchio corpo
Nel suo dolore?

*

Donde las lechugas huelen a topacio

Poesie di geneki

Ti scrivo tutte queste poesie
E altre ancora che non conosco
E le conto per te come vortici
Come sigilli di fuochi e singhiozzi
Ti scrivo tutte queste poesie dal passato
Dal confine
Te le scrivo con questo volto
Con nessun altro
Con questo sorriso dal fondo dello specchio
Con gli occhi sommersi nello stagno
Con gli occhi bendati
Ti scrivo queste poesie piú in lá del cuore
Ti suono queste poesie come tamburi
E tuonano davvero
Come crotali si scuotono
Come fiumi sferzati dalla pioggia
Ti scrivo queste poesie
Come potrebbe scriverle un albero
Sule sue foglie
Perché l’autunno se ne diletti
Te le scrivo sulle mie unghie
Perché crescano oltre la mia morte
Queste poesie sono i miei funghi.
Avvelenano la morte.

*

Te escribo estas poesías
Y otras más que ignoro
Y las cuento como remolinos
Como sellos de fuegos y sollozos
Te escribo estas poesías desde el pasado
Desde el dintel
Te las escribo con esta misma cara
Con ninguna otra
Con esta sonrisa desde el pozo en el espejo
Con los ojos ahogados en la charca
Con los ojos tapados
Te escribo estas poesías desde más allá del corazón
Como tambores te toco estas poesías
Y truenan de verdad
Se sacuden como crótalos
Como ríos azotados por la lluvia
Te escribo estas poesías
Como un árbol la podría escribir en sus hojas
Para que el otoño las disfrute
Las escribo en mis uñas
Para que sigan creciendo después de mi muerte
Son mis setas
Para envenenar a la muerte.


*

Uccelli volano tra le gabbie
Intercettano parole lucciole
Il tuo sorriso li anima e li rivela
Come proiettili che crivellano il cielo
Ti vedo, appari con gli attributi del tuo potere
La spiga, le cocinelle, l’aspide e la ruota
L’olio santo
L’arcano magistrale
La trama del vulcano
Il filtro lo spumante
Il tuo sorriso sparisce
Velato dal battito delle ali
Le gabbie volano lontano
Le gabbie sono lanterne
Candele-occhi-di-rana
La luna verde ancora non è sorta
Venera illumina le colline
Con la sua calma candida
Anima di gelo


*


Pájaros vuelan entre las jaulas
Interceptan palabras-luciernagas
Tu sonrisa les da vida y las revela
Como proyectiles que acribillan el cielo.
Te veo apareces con los atributo de tu poder:
La mazorca la mariquita, el áspide, la rueda
El aceite consagrado
El arcano magistral
La trama del Volcán
El filtro del champán
Tu sonrisa se desvanece
Velada por el gran aleteo
Las jaula se alejan
Velas-ojo-de-rama
La luna verde aún no surge
Venus barre las colinas
Con su cándido sosiego
Alma del hielo.

*

La foresta minaccia le campane
Le ghirlande risuonano dalle stelle alla gloria
La breccia si sfarina
In voli di falene tetre
I tuoi occhi sono bianchi
Come il latte delle stalattiti
Lasciami alla mia sete
Come corolla del tuo capezzolo
Sono vinto dai lupi
Dalla loro danza felpata
La croce del campanile
Orienta la mia ostinazione.

*

La foresta amenaza las campanas
Las guirnaldas suenan desde las estrellas hasta la gloria
La hendidura se pulveriza
En vuelos de polillas sombrías
Son blancos tus ojos
Como la leche de las estalactitas
Déjame mi sed
Como corola de tu pezón
Me han vencido los lobos
Y su danza sosegada
La cruz del campanario
Orienta mi obstinación

*



  
Mélisande

La tua voce era come una torre ferita
Il sole creava ombre nelle tue pupille
Come in un vecchio bosco
In fondo a un pozzo
La campanella della tua voce palpitava
Come il cuore di un fringuello
E il filo dei suoi rintocchi minacciava
Di spezzarsi ad ogni alba
La tua voce era quello che mi mancava di te
Gli insetti, le corse sul greto, la sapienza
Delle tue paure
Non potevo piú fissarti nel ricordo
Solo la tua voce perdurava
La tiravo fuori dal suo scrigno
Come un pugnale dal cuore di un’adultera bruna
La tua voce era rosa di novembre
Addormentata nella nebbia
Non avrei sopportato di reciderla
Con le cesoie delle mie ciglia


*

Melisanda

Tu voz era una torre herida
El sol criaba sombras
Dentro de tus pupilas
Como en un bosque antiguo
En el fondo del pozo
La campanilla de tu voz latía
Como el corazón de un jilguero
El hilo de sus redobles amenazaba de quebrarse
Con el alba
Lo que me quedaba de ti era tu voz
Insectos, carreras al lado del río
La sabiduría de tus miedos
No podía más guardarlos en la mente
Sólo tu voz persistía
La sacabas de su estuche
Como un puñal del corazón
De una adultera morena
Tu voz mi rosa de noviembre
Adormilada en la niebla
Nunca hubiera podido cortarla
Con las tijeras de mis cejas.



*



Le figlie della montagna

Le figlie della montagna
Cullavano gli ororlogi
Sui pascoli della tristezza
Avevano occhi grigi e capelli d’arminio
Lunghe catene d’oro
Le destinavano per sempre ai capricci delle nuvole
In fondo al mio cassetto
Si aprivano  altre contee
Ma il tempo mi attraversava
Come il vento nel canneto
Ero un mulinello di cenere
Stregato dal tombino
I miei occhi come pozzanghere
Dove scoppiavano le bolle evocate dalla pioggia
La cenere mi attraversav non mi ricordo del fuoco
La mia cenere è il tempo
Il tempo è una finestra
La scavalco con un balzo
E resto nella mia stanza.




*

Las hijas de la montaña

Las hijas de la montaña
Mecían los relojes
En pastos de tristeza
Sus ojos eran grises su pelo púrpura
Largas cadenas de oro
Las ataban a los caprichos de las nubes
En mi cajón
Se despertaban otras comarcas
Pero el tiempo me traspasaba
Como viento en el cañaveral
Era un molinillo de cenizas
Hechizado por la alcantarilla
Mis ojos dos charcas
Donde estallaban las burbujas evocadas por la lluvia
La ceniza me atravesaba no me acuerdo del fuego
Mi ceniza es el tiempo
El tiempo es una ventana
Con un salto la atravieso
Para recaer en mi cuarto.

*





Tu alma

Tu alma es el vidrio detrás del cual veo la fiesta de las sábanas angelicales
Tu alma es el fuego que consume el romero soñador de invierno
Tu alma es el río que bendice las algas celestes
Tu alma es el viento que sopla desde las botellas del los antiguos misterios
Tu alma flor de sauce que emborracha la niebla
Que ríe traviesa al afán de los días
Tú alma que sube al monte de nácar con mil deseos a la espalda
Tu alma camelo enamorado de la nieve
Tu alma flecha que atraviesa el espejo mientras un chorro de noche atraca el eucalipto
Tu alma perfume amargo de la subida al monte de adviento
Tu alma hogar del trigo y de los pájaros
Tu alma mi iris en el estuche de terciopelo
Tu alma  es el zorro que salta de la hoguera a la luna
Tu alma es el barro de mi costilla perdida
La guitarra de mis notas raptada por las gacelas
Tu alma es mi café de la mañana cuando la última estrella asume el color del anís
Tu alma es el trigo de mi olvido
La trepadora de mi memoria
Tu alma es mi cuerpo y el tuyo cubiertos de arena blanca.


*

Tu casa

Tu casa es luminosa como un enjambre de abejas en la morera de noviembre
Donde se sellan los pactos entre los Ángeles y los lobos
Tu casa es amapola y trigo al despojarse las praderas
Tu casa donde un pájaro más otro pájaro suben suben las escaleras azules hasta el tablero de los grillos
Donde las lechuga huelen a topacio
Donde sentarse en sillones de musgo al amanecer de los ciervos
Tu casa hogar verdadero de las lunas amargas
Tu casa barridas por las colas suaves de las manadas de zorros
Tu casa entre el tomillo y el alquitrán
Luz de velas y vino
Zarpa en el río entre tambores y oriflamas
Tu casa ignorada por los rebaños de unicornios
Tu casa donde se entra con una llave de hielo.

*

Cuando tú naciste la esfera de bronce
Se desplomó sobre el alarido de las cebras
Los leopardos se confundieron con las abejas
Zumbando al rededor de las flores-gacelas
Y todo un bosque blanco surgió del musgo y de las perlas
La niña de mis ojos rozó mis párpados
Como la hoja de las palmeras la redondez de la lluvia
Tu pies pisaron triunfantes trigo y uvas
Al amanecer de la mirada

*

Non eri forse tu che correvi su un prato di sistri?
Preceduta da un gregge di pavoni?
I corvi erano il tuo parasole
Le radiazioni la tua preghiera
Le tue scarpette di raso tra cicoria e zucchini
Lasciavano orme leggere
Tracciavano i passi della danza del gallo silvestre
Poi i tamburi della grandine si abbatterono
Sulle foglie immense del fico
Il latte inacidí
Dall’euforbia al prezzemolo
I tuoi seni come cerbiatti
Si nascondevano tra i carpini
Erano coppe le tue ascelle
Per le api del canto
Le cucitrici cavalcavano tigri
Ciascuna con una forbice di speranza
L’anima si svuotava come una clessidra
Nell’attesa di essere capovolta.


*

¿Eras tú acaso corriendo en una pradera de sistros?
Precedida por el rebaño de loa pavos reales
Los cuervos eran tu parasol
Las radiaciones tú oración
Tus zapatillas de terciopelo entre la endivia y los calabacines
Dejaban huellas ligeras
Trazaban los pasos de la danza del gallo montés
Luego los tambores del granizo se abatieron
Sobre las inmensas hojas de las higueras
La leche cuajó desde la euforbia hasta el perejil
Tus senos cervatillos escondidos en la maleza
Eran copas tus axilas para las abejas del canto
Las costureras cabalgaban tigres
Cada una con su tijera de esperanza
El alma se vaciaba como un reloj de arena
Esperando que le dieran la vuelta.


*


Era un angelo composto di battaglie
Proprio come i colombi
Sono coalizioni di timo e di origano
La sua ombra era la tentazione dei Cherubini
All’ora dell’accensione dei ceri zenitali
E un muro per appoggiare la fronte
Per lenire il fuoco dello sguardo
Il dolore di chi contempla negli angeli
L’avventura della sua famiglia.


*

Era un ángel compuesto de batallas
Así como las palomas son coaliciones de tomillo y orégano
Su sombra era la tentación de los Querubines
Cuando se encendían los cirios cenitales
Y un muro para apoyar la frente
Para aliviar el fuego de la mirada
El dolor de quien contempla en los ángeles
La aventura de su familia.

*

L’estinzione dei francobolli era verde e azzurra
Come tanti volti del passato
Una bicicletta rossa davanti al tabaccaio
Le teste nei caschi
I capelli biondi come tentacoli
Che cercavano di coinvolgere anche le stelle
Nello stile dei titoli di giornale
Che macchiavano le dita allora
In fondo a quel pozzo
Le caramelle di liquirizia chiamata cappelli da prete
Le libellule sullo stagno dei cardi
Le nuvole basse del terremoto
Il cuore di mile anni custodito dalla marna
Come pegno d’amore proprio nell’istante della fioritura del biancospino
Le tue dita che spezzavano i grissini senza disperdere nemmeno una monetina
Cosí la memoria in una busta volava in un cesto di vimini
Verso il presidio degli ultimi frassini

*

La extinción de  los sellos era verde y azul
Como muchas de las caras del pasado
La bicicleta roja delante del estanco
Las cabezas en los cascos
O tentáculos rubios mal peinados
Que intentaban agarrar las estrellas
En el estilo de los títulos de los periódicos
Que entonces manchaban los dedos de plomo
En el pozo caramelos de licoricia llamados gorros de curas
Las libélulas en las charcas de los cardos
La nubes bajas del terremoto
El corazón-de-los mil-años preservado por las marnas
Como prenda de amor en el instante en que florecía el blancoespino
Tus dedos rompiendo los grisines sin dejar caer ni un céntimo
Así la memoria en un sobre volaba en una cesta de mimbre
Hacia el presidio de los últimos fresnos.

*



Doveva solo alzare la mano destra
Perché crepitasse la collezione di tutti i suoi delitti
Le tecle piene di transitors e conchiglie
Le onde distese sul porfido della piazza
Quando le statue di bronzo degli dei erano madide di sudore
E le fisarmoniche farfugliavano come vecchi fumatori di nazionli esportazione
E le nuvole?
Dove trovare allora la forza di sollevare lo sguardo alle nuvole?
Feconde di abiezione erano le nuvole
 Come vascelli implumi in balia del vento
Che dissipava l’antimonio tipografico
Tra i tavoli del caffé Egypte
E le anemoni del bosco.

*

Sólo tenía que levantar la mano derecha
Para oír crepitar la colección completa de sus crímenes
Las teclas llenas de transistores y caracoles
Las olas tendidas sobre las losas de la plaza
Cuando hasta las estatuas de bronce de los dioses eran empapadas en sudor
Y los acordeones tartamudeaban como viejos fumadores de ducados
¿Y las nubes?
¿Donde encontrar la fuerza para levantar la mirada hacia las nubes?
Fértiles de infamias eran las nubes
Como barcos sin plumas dominados por el viento
Que esparcía antimonio tipográfico
Entre las mesa del café Egypte
Y las anémonas del bosque.

.
*

I tuoi piedi

I tuoi piedi oasi nel deserto della mia vicinanza
I tuoi piedi colline di colombe vespertine
I tuoi piedi dallo scheletro di corallo
I tuoi piedi sccogli dove naufraga la nostalgia
I tuoi piedi volti sconociuti che mi sforzo di non dimenticare
I tuoi piedi ciottoli levigati di un giardino zen
I tuoi piedi che incespicano sul sentiero
I tuoi piedi profumo del pane nelle cittá della pianura
I tuoi piedi bulbi di giglio delle dune
I tuoi piedi piume di aquila bianca appollaiata su un albero di zinco
I tuoi piedi nei sandali di papiro
I tuoi piedi di litio e incenso sulla soglia
I tuoi pieddi accanto a un’arancia perfettamente sferica
I tuoi piedi ad Alicante
I tuoi piedi nei gambaletti neri
I tuoi piedi accarezzati dal muschio
I tuoi piedi che dormono nella posizione del loto
I tuoi piedi di quarto di luna di dicembre
I tuoi piedi perfetti come pinoli e ghiande.


*






Tus pies

Tus pies en el desierto de mi cercanía
Tus pies colinas de palomas vespertinas
Tus pies con el esqueleto de coral
Tus pies arrecifes donde naufraga la nostalgia
Tus pies rostros desconocidos que me esfuerzo de no olvidar
Tus pies guijarros pulidos de un jardín zen
Tus pies que tropiezan en el sendero
Tus pies perfume del pan en las ciudades de la llanura
Tus pies de lirio y dunas
Tus pies de águila blanca acuccurada en un árbol de zinc
Tus pie en las sandalia de papiro
Tus pies de litio e incienso en el dintel
Tus pies cerca de una naranja que es una esfera perfecta
Tus pies con las medias negras
Tus pies acariciados por el musgo
Tus pies dormidos en la postura del loto
Tus pies de cuarto de luna de diciembre
Tus pies perfectos como los piñones y las bellotas

*




Un’isola

Un’isola seme germogliato in solchi salini
Nell’onda dell’abbraccio del sole ubriaco
Un’isola remota dalla soliditá dell’avarizia
Un’isola irta di chiodi di cobalto
Un’isola come una nuvola tra la fantasia e la paura
Un’isola spettinata
Distesa su una vecchia coperta
Un’isola come un’ascesa
Un’isola pupilla d’occhio infermo
Un’isola specchio di ricordi e di cocci
Un’isola con tavolini di zinco e margherite
Un’isola
di gru abbandonaea dalle imprese di costruzione
Che l’inverno trasformerá in cigni pronti a volare a Cipango
Un’isola disprezzata dai re
Un’isola con una cresta d’oro e l’altra di corallo.
Un’isola gallo dagli speroni cromati
Un’isola che nitrisce
Un’isola coperta di rugiada
Come il corredo di una sposa lebbrosa
Un’isola screziata come il manto di nozze di una principessa sterile
Unisola di rane dove si vive per sempre
Un’isola ammobigliata con incudini e piume
Un’isola soffice di cipria
Un’sola di iride rubate a fanciulle sedotte
Un’sola senza pioggiia
Un’isola incatenata a una nuvola porpora
Un’isola dove ruzzolano i ciottoli del vento
Un’isola caduta dal borsellino di un Re durante la crociera del suo giubileo
Un’isola nella mia mente e un’altra nel mio cuore
Un’sola d’odio e l’altra d’amore.


*

Una Isla

Una isla como semilla germinada en surcos salados
En la ola del abrazo del sol borracho
Una isla alejada de la solidez de la avaricia
Una isla acribillada por clavos de cobalto
Una isla como una nube entre fantasia y miedo
Una isla despeinada
Tendida sobre una vieja manta
Una isla como una subida
Una isla pupila de ojo enfermo
Una isla espejo de recuerdos y cacharros
Una isla con mesitas de zinc y margaritas
Una isla
De gruas abandonadas por las empresas de construcción
Que en el invierno se volverán cisnes listos para volar a Cipango
Una isla menospreciada por los reyes
Una isla con una cresta de oro y la otra de coral
Una isla gallo de espolones cromados
Una isla que relincha
Una isla cubierta de rocío
Como el ajuar de una novia leprosa
Una isla moteada  como el manto de una princesa estéril
Una isla de ranas donde se vive siempre
Una isla amueblada con yunques y plumas
Una isla blanda de talco y otros polvos cosméticos
Una isla de iris robadas a jovencitas seducidas
Una isla sin lluvia
Una isla encadenada a una nube purpurea
Una isla donde rodean los guijarros del viento
Una isla caída del monedero de un Reyen el crucero de su jubileo
Una isla en mi mente otra en mi corazón
Una isla de odio la otra de amor.

*


Era il corvo che custodiva le uova del mio sogno
Era il corvo che le covava
Che le liberava perché come il fumo si alzassero verso la notte
Era il corvo che tesseva il sogno
Che lo impastava per infornare il pane di questa e di altre notti
Che ne traeva una pastiglia di dolore
Era il corvo che volava intorno al sogno
Intorno alle tu pupille verdi come la sete che non sapevo estinguere,
Le tue pupille dentro il mio sogno
Le tue pupille verdi dentro l’uovo
Le tue pupille verdi che covano l’occhio del sogno
Le tue pupille verdi che fioriscono
Le tue pupille verdi di polline di muschio
Verdi screziate
Sul fondo del torrente
Le tue pupille verdi tra la schiuma
Tra le rime dei mulinelli di cristallo
Le tue pupille verdi
Il corvo le custodisce
Il corvo del mio sogno
Nel cuore del suo uovo nel cuore del sonno.


*

Era el cuervo el guardián de los huevos de mi sueño
Era el cuervo que empollaba
Que liberaba los huevos para que como el humo se levantaran hacia la noche
Era el cuervo tejedor del sueño
Que lo amasaba para hornear el pan de sta y otras noches
Que sacaba una pastilla de pena
Era el cuervo que volaba alrededor del sueño
Alrededor de tu iris verde como la sed que no sabía extinguir
Tus pupilas en mi sueño
Tu pupila verde en el huevo
Tu pupila verde empollando el ojo del sueño
Tu pupila verde floreciendo
Tu pupila verde de polen de musgo
Tu pupila verde verde moteada
En el fondo de la rambla
Tu pupila verde entre la espuma
Entre las rimas de torbellinos de cristal
Tu pupila verde protegida por el cuervo
Por el cuervo de mi sueño
En el corazón del huevo
En el corazón del sueño.


*

Magrissiima, verde

Quando ti svegliavi
Si diramava in vapore il tuo dolore
Svaniva da te l’abito del domani
Il furto che impone la stanchezza
Quando ti sveglliavi eri sconfitta
Magrissima
Verde
Retta come un alibi vergognoso
Quando ti svegliavi
I tuoii singhiozzi ti abbandovano
Come una cucciolata di lupo color rame
In un bosco dorato da una pioggia orizzontale
Quando ti svegliavi non eri un angelo
Scuotevi svogliata i mozziconi spenti della tua paura
Quando ti svegliavi speravi che finisse di essere albero il dolore
La vita di essere corolla
Il tutto avvolto da un distinto abbaglio.





*

Flaca y verde


Cuando te despertabas
Se ramificaba tu dolor como aliento
Desvanecida de ti la costumbre de mañana
El hurto que impone el cansancio
Cuando te despertabas eras vencida
Flaca
Verde
Recta como una coartada vergonzosa
Cuando  te despertabas
Tus sollozos te abandonaban
Como una camada de lobos color de cobre
En un bosque dorado por una lluvia horizontal
Cuando te despertabas no eras un ángel
Sacudías sin gana los muñones apagados de tu miedo
Cuando te despertabas esperabas por fin que el dolor dejara de ser árbol
La vida de ser corolas
Y todo envuelto en diferente deslumbre.


*

La vasca da bagno di zinco


Era un altro angolo di terra
Con il suo fiume il pendio le felci irrorate di gas nervino
Le palanche cambiate sul mercato
Con sacchetti di chiocciole bianche
La madre cullava la profetessa alla frontiera della luna
Ed era una pioggia di latte
Che lavava le ombre dei faggi
In un angolo del Maso quello piú scuro
Danzavano i gufi il loro minuetto
La vasca da bagno di zinco
Profumava come una matitina di primavera sul lungomare
I tuoi occhi erano un palmizio plaudente
Nel vento che mulinava tra i ricordi
Nell’armadio degli orologi si spezzava il filo della contraddizione
Un sospiro profondo sarebbe bastato a garantirne la coerenza?
Aprivi la veste bianca e la stufa si alimentava del tuo profumo
I tuoi singhiozzi erano cristalli
Tra le teiere e i dolci di eucalipto.


*

La bañera de zinc


Era otro rincón de tierra
Con su río su pendiente, los helechos fumigados con gas nervino
Las “palancas” cambiadas” en el mercado
Con saquitos de caracoles blancos
La madre que acunaba a la profetisa en el dintel de la luna
Y había una lluvia de leche
Para lavar la sombra de las hayas
En un rincón del cortijo más oscuro
Los búhos bailando su minuete
La bañera de zinc
Perfumada como una mañana de primavera al lado del mar
Tus ojos eran un palmeral de aplausos
En el remolino de recuerdos del viento
En el armario de los relojes se rompí el hilo de la contradicción
¿Un profundo suspiro hubiera sidio suficiente para garantizar su coherencia?
Abrías tu traje blanco y se alimentaba de tu perfue
Tus sollozos eran cristales
Entre las teteras y los buñuelos de eucalipto.


*



Perforatrice di ghiaccio

La poesia perfora il ghiaccio
Strato dopo strato giú verso il passato
Dalle parole congelate alla vita cristallizata
Pone mine per parlare alla luce
Agli angeli della fioritura
Alla malvagitá dei ragni e dei rannuncoli
Alle minute creature perfette che la attendono e la accolgono
Gli orologi leali all’appello
Il mantello del tempo
La liturgia maestosa che celebrano le stagioni
L’odore delle castagne bollite nel loro latte
Schegge di passato si separano con uno schianto
Frammenti di sillaba, schiocchi di lingua, risucchi, sibili, sputi
Sul pavimento della cattedrale di ghiaccio
Il vescovo dorme sul suo trono d’ebano
Il pastorale come una lancia perfora il petto della luna
Il Crocifisso plana tra le navate
Falco mesto in cerca di piccole prede
Nella cattedrale di ghiaccio
L’Agnello nel rosone ha cessato di sanguinare
- Non sum dignus -
La poesia perfora il ghiaccio fino alla contrada della forfora
Fino alle zecche, alla solitudine
Dell’affamata nuda e madida con l’acne
Della rossa dai denti marci nella cabina del telefono davanti alla caserma
Fino ai portici inondati di desideri oesceni
Di miracoli quotidiani di miseria
La poesia puó giungere anche quaggiú
Dove il sole èuna palla di neve
Dove inciampo nella mia sciarpa troppo lunga che ha il colore dell’oro e del fuoco
Proprio nel fondo laggiú sotto coltri e strati di ghiaccio
Avanza la processione delle prostitute nubiane
La confraternita delle smarrite di Axum
Con le pesanti tuniche di piombo petulanti campanelle di vetro ai polsi alle cavigllie
Mentre l’attica corriera si inabissa proprio davanti al molo
Quando ancora non tremola nella luce arancione la stella dei pastori
E tutto resta sepolto dal ghiaccio sotto strati e coltri di ghiacco
Che solo la poesia puó perforare dissipando fredde schegge taglienti di sapienza.


La poesia perfora el hielo


La poesía perfora el hielo
Capa a capa hacia el pasado
De las palabras heladas a la vida cristalizada
Hace estallar minas par hablar con la luz
Con los ángeles de la floración
Con la maldad de las arañas y de la jara
Con las minúsculas criaturas perfectas que la esperan y a acogen
Los relojes leales a la llamada
La capa del tiempo
La liturgia majestuosa celebrada por las estacione
El perfume de las castañas hervidas en su leche
Fragmentos de pasado se separan con un golpe seco
Fragmentos de sílabas, chasquidos de lenguas, succiones, silbidos, salivación
En el suelo de la Catedral de hielo
Duerme solitario el obispo en su trono de ébano
Su cayado como lanza perfora el pecho de la luna
El crucifijo plana entra las columnas de las naves
Halcón mustio en busca de pequeñas presas
El la catedral de hielo
El cordero del rosetón ya no sangra más
- Non sum dignus -
La poesía perfora el hielo hasta la comarca de la caspa
Hasta las garrapatas de la soledad
De la hambrienta desnuda comida por el acné
De la roja de dientes prohibidos en la cabina telefónica delante del cuartel
Hasta los pórticos poblados de deseos obscenos
Milagros cotidianos de la miseria
La poesía puede llegar hasta aquí al fondo
Donde el sol es una bola de nieve
Donde tropiezo en mi bufanda demasiado larga del color del trigo y del fuego
Hasta el fondo baja capas y capas de hielo
Avanza la procesión de las rameras nubianas
La cofradía de las lisiadas de Axum
Con las pesadas túnicas de plomo petulantes campanillas de vidrio a la muñecas y a los tobillos
Mientras el ático tranvía naufraga delante del espigón
Cuando aún no tiembla la luz anaranjada de la estrella de los pastores
Y todo queda sepultado en el hielo bajo capas y capas de hielo
Que sólo la poesía puede desperdigar fragmentando capas y capas de afilada sabiduría.


*

Stinco d’asino con lampada azzurra

Seduto al tavolo del ristorante
Convoco tutto il mio dolore
Dal corvo alla zecca dal sale al salnitro
Dal cinque di picche
Alla dama abbandonata dall’ermellino
Dal treno ferito tra la neve alle lune runiche delle tue unghie
Oh malía!
Bestia attonita alla benedizione dello sputo
Clemente candelabro a sette braccia dell’anestesia compassionevole
Seduto al tavolo del del ristorante
Conosco quello che resta del mio dolore
Tra lo stinco d’asino e la lampada azzurra
Tra l’anice e i festoni della calendula
Tra lussuria e cicoria
Stasera al ristorante sotto il tavolo di brina
Si muovono i miei piedi al suono dell’oboe

*


La espinilla del burro


Sentado a la mesa del restaurante
Llamo todo mi dolor
Del cuervo a la garrapata de la sal al salitre
Del cinco de a la dama abandonada por el armiño
Del tren herido en la nieva a las lunas rúnicas de tus uñas
¡Alhaja!
Bestia aturdida a la bendición del escupitajo
Clemente candelabro de siete brazos de la anestesia compasiva
Sentado en la mesta del restaurante
Conozco lo que queda de mi dolor
Entre la espinilla del burro y la lampara azul
Entre el anos y las guirnaldas de calendula
Entre lujuria y achicoria
Esta noche al restaurante bajo la mes de escarcha
Se menean mis pies al compás del oboe


*

Bastava dstrarsi un attimo


Basta distrarsi un attimo
Per ritrovarsi nella radura dei colchichi
Nel corteo della vergogna tra gli applausi dell’abiezione
Bastava distrarsi un attimo
Per ritrovarsi con le dita nei guanti di un altro
Per incespicare negli occhi del gatto che rotolavano sul parquet
Bastava distrarsi un attimo per abbandonare il nostro cuore sul barcone del macellaio
Tra l’ultimo grande iceberg e il prato di indivia
Bastava distrarsi un attimo per imboccare l’uscita di sicurezza
Per perdersi nei tuoi capelli
Per lasciarsi depilare della sabbia
Come un idolo rinnegato dai beduini
Per cadere addormentato tra un lupo e un cavolifore
Per mescolare picche con cuori
Bastava distrarsi un attimoo
Per smettere del tutto di nascere
O nascere solo a metá o nascere anche un po’ meno
Bastava distrarsi un attimo
Per cominciare a morire diligentemente l’immortalitá delle conchiglie
Bastava distrarsi un attimo per dimenticarsi del tempo
Para non essere piú in grado di venire alla luce
Bastava distrarsi un attimo
Per nutrirci di pómice
Per cadere nel pozzo scavato da noi stessi
Un attimo prima di distrarci un attimo.


*


Bastaba despistarse un instante

Bastaba despistarse un instante
Para encontrarse en el claro de los cólquicos
En la procesión de la vergüenza entre aplausos de abieción
Bastaba despistarse un instante
Para encontrarse con los dedos en los guantes de otro
Para tropezar con los ojos del gato rodando por la tarima
Bastaba despistarse un instante para olvidar el corazón sobre el mostrador del carnicero
Entre el último gran iceberg y el prado de endivia
Bastaba despistarse un instante para tomar la salida de seguridad
Para perderse en tu pelo
Para dejarse depilar por la arena
Como un ídolo renegado por los beduinos
Para dormirse entre un lobo y una coliflor
Para mezclar espadas con corazones
Bastaba despistarse un instante
Para cesar de nacer
Nacer sólo a mitad o menos
Bastaba despistarse un instante para empezar a morir diligentemente la inmortalidad de las conchas
Bastaba despistarse un instante para olvidar el tiempo
Para no saber más como darse a la luz
Bastaba despistarse un instante
Para alimentarse de pomex
Para caer en el pozo que  hemos cavados nosotros mismos
Un instante antes de despistarnos un instante.


*

Delle conchiglie madide di brina


Parlami ancora dei cipressi
Dell’isola delle campane parlami
Delle vaste correnti di polline
In cui nuotano tordi e stornelli
Aiutami ad alzare gli occhi
Verso il martirio verso l’unicorno
Parlami delle trombe in fondo al pantano
Fammi udire il loro suono fangoso
Che ritma le nozze delle carpe
Perché anche il mio corpo si riduca a bronzo
E il cuore distilli vino e screzi
Parlami della distesa dei suoni che si avvolgono ai cipressi
Parlami della tua isola ancora
Delle conchiglie madide di brina
Dei brividi di girasoli al risveglio dei tamburi
Parlami delle campane che minacciano la notte
Parlami dei loro
                    Mantelli
Dalle ali di corvo parla del loro suono
Alla mandorla dei miei occhi
Che lo oda con le mani
Avvinte alla tua chioma-


*

De las conchas empapadas de escarcha

Háblame háblame de los cipreses
De la islas de las campanas hablame
De las verdes corrientes del polen
Donde nadan mirlos y gorriones
Ayudarme a levantar los ojos
Hacia el martirio hacia el unicornio
Háblame de las trompetas
En el fondo de la marisma
Haz que escuche su sonido de barro
Que ritma las bodas de las carpas
Para que mi cuerpo se reduzca en bronce
Y el corazón destile vino y riñas
Háblame de la llanura de sonidos que envuelven los cipreses
Háblame de la isla háblame
De las conchas empapadas de escarcha
De los escalofríos de los girasoles al despertarse los tambores
Háblame de las campanas que amenazan la noche
Háblame de sus capas
De sus alas de cuervos habla de sus sonido
A la almendra de mis ojos.
Que oiga con mis manos
Atada a tu melena.


*


Altri giorni giustificheranno questi giorni
Altri corvi questi voli
Altri dolori queste candele
Le variazioni della presenza
La pressione
La libertá che si spegne tra i rami dei meli
Altri giorni giustificheranno troppi giorni
Dal vertice del volo al culmine del cipresso
Il richiamo dei corvi accende le lampade votive
Altri giorni consumeranno questo incenso
Per purificare voli e radiazioni
Per propiziare danze sotto la pioggia
Per festeggiare la mia assenza prolungata
Dalla notte dalla clemenza del tempo
Dal soggiorno dalla crepa nel muro a secco
Da cui fa capolino la lucertola dagli occhi di onice
Altri crepuscoli saranno l’ombra
Di questi giorni nuvole di corvi
Boschi di impiccati foreste di candelabri
Altre albe ancora saranno permesse ai sensi della legge vigente
Alla luce delle torce delle masnade
Nella fierezza dei tumulti ai trivi
È la tua speranza che conducono al rogo con la mia
O veleggiare sul mare seminale
Con occhi salsi guardare
Gli occhi del peccato.


*
Otros días juzgarán estos días
Otros cuervos estos vuelos
Otros dolores estas velas
Las variaciones de la presencia
La presión
La libertad que se apaga entre las ramas de los manzanos
Otros días juzgarán demasiados días
De la cúspide del vuelo a la cumbre del ciprés
El reclamo de los cuervos enciende  las lamparas consagradas
Otros días consumirán este incienso
Para purificar vuelos y radiaciones
Para propiciar danzas bajo la lluvia
Para celebrar mi larga ausencia
De la noche al tiempo clemente
Del salón a la grieta en la tapia
De la cual sale la lagartija ojos-de-ónice
Otros crepúsculos serán sombra
De estos días nubes de cuervo
Bosques de colgados forestas de candelabros
Otras albas aún se permitirán como previsto en la Ley orgánica
A la luz de las antorchas de las bandas
En la ferocidad de las trifulcas en los trivios
Es tu esperanza la que llevan a la hoguera junto a la mía
O abrir las velas en el mar seminal
Con ojos salados fijar
Los ojos del pecado.


*


Lasciar cadere

Lasciar cadere il fascio di vimini alla luce dell’ascia
Lasciar cadere la luna in fondo al pozzo
Lasciar cadere il denaro  tra le foglie del querceto novembrino
Lasciar cadere i limoni nella fontana
Lasciar cadere le chiacchiere nel cappello
Le botte sulle spalle del gobbo
Lasciar cadere l’invidia nelle ascelle
L’ombrello nella salamoia
La macchina da cucire nella sala operatoria
Lasciar cadere l’aspide nell’incensiere
Lasciar cadere il sálintro nel barolo
Lasciar cadere la pioggia sulle colline
Le tue parole negli otri vecchi
La fede nelle bisacce dell’oste malandrino
Lasciar cadere la speranza tra le pastiglie di benzodiacepina
L’occhio tra i ferri operatori
La disperazione  nell’assedio
Lasciar cadere
La dignitá nel coro delle stellle
Lasciar cadere gli angeli tra i larici
La coda della volpe nel corno inglese
Lasciar cadere l’amore sul tuo petto
La mente tra le barbabietole
Il sangue sui gigli ai piedi della Croce
Perché il discepolo lo raccolga in un ditale
Lasciar cadere il cadere tra le fragole
E poi, alla fine, lasciarsi cadere.

*

Dejar caer

Dejar caer el manojo de mimbre a la luz del hacha
Dejar caer la luna en el fondo del pozo
Dejar caer el dinero entre la hojas del encinar de noviembre
Dejar caer los limones en la fuente
Dejar caer las tertulias en el gorro
Los golpes en los hombros del jorobado
Dejar caer la envidia en las axilas
El paraguas en la salmuera
La máquina de coser en el quirófano
Dejar caer el áspide en el botafoguero
Deja caer el salitre en el Rioja
Dejar caer la lluvia en las colinas
Tus palabras en odres viejos
La fe en las alforjas del posadero granuja
La esperanza en las pastillas de benzodiacepina
El ojo en los utensilios quirúrgicos
La desesperación en el sitio
Dejar caer la dignidad en el coro de las estrellas
Los ángeles entre los
La cola de zorro en el corno inglés
Dejar caer el amor en tu regazo
La mente entre la remolacha
La sangre sobre los lirios a los pies de la cruz
Para que el discípulo la recoja en un dedal
Dejar caer el caer entre las fresas
Dejarse caere ¡Por fin!


*

Grandinava sui pianoforti abbandonati


Le mandrie d’onde si abbandonavano ai suoi piedi
Quando si alzava  per la benedizione
Nelle domeniche squisite di un’altra etá
Nel viale di lecci e mandarini
La luce dell’alba marina allora
Spalancava gli olivi come mazzi di carte
Seduceva gli sciami delle api
Orientava il volo delle vespe avventuriere
Il tempo era soltanto una scheggia dei suoi polsi
Le valli le orme dei sui piedi
Gli orsi danzavano intorno alle sue ginocchia
Agitando ghirlande di orologi
Con falce lunare vendemmiava
Grappoli di stelle
Ubriacava muratori e carpentieri
Lassú nei cantieri delle Grandi Muraglie
Grandinava sui pianoforti abbandonati nelle aie
Fino ai macelli risaliva il suo frondoso concerto
Tra lo strepito delle oche
Traendone accordi di rosari mattutini
I Vescovi si affacciano dai rosoni delle cattedrali
Proteggendo le tiare dalle folate di vento
Dalle loro labbra sgorgano come da mille fonti
Le benedizioni dell’agnello.


*

Granizaba sobre los pianos abandonados

Los rebaños de las olas se rendían a sus pies
Cuando se levantaba para bendecir
Los domingos exquisitos de otras edades
En la entrada de coscojas y mandarinas  
La luz del alba marina entonces
Abría los olivos como naipes
Seducía los enjambres de las abejas
Orientaba el vuelo de las avispas aventureras
El tiempo era un fragmento de sus muñecas
Los valles huellas de sus pies
Los osos danzan alrededor de sus rodillas
Sacudiendo guirnaldas de relojes
Con hoz lunar vendimiaba
Racimos de estrellas
Emborrachaba albañiles  y carpinteros
Arriba en los astilleros de las grandes murallas
Granizaba sobre los pianos abandonados en los cortijos
Hasta los mataderos subía su concierto de ramas
Entre el griterío de las ocas
Sacando acordes de rosarios matutinos
Los obispos se mostraban en los rosetones de las catedrales
Protegiendo las tiaras de los golpes de viento
De sus labios manan como de mil fuentes
Las bendiciones del cordero.


*

Il suono di questi monti


La nostra fedeltá al suono di questi monti
Era ferita ceppo amaro tannino
Il melo antico solo sul torrente
Il sapore acerbo delle sillabe del muschio
La lingua   degli avi     si faceva
Balbettio schiocco tosse
La lingua tramandata si faceva radice
Nel gelo del suolo avvinta al divenire
La nostra fedeltá al suono di questi monti
Era morire di incrinate parole
Clorofilla straziata lunare compassione
La nostra fedeltá al silenzio di questi monti
Era tutta la notte che avremmo potuto inghiottire
Singhiozzo strazio palizzata pero.


*

El sonido de estos montes

Nuestra fidelidad al sonido de estos montes
Era herida cepa amarga tanino
El manzano antiguo cerca de la rambla
Il sabor agrío de las sílabas del musgo
La lengua de los antepasados se volvía tartamudeo
En el hielo del suelo agarrados al devenir
Nuestra fidelidad al sonido de estos montes
Era morir de palabras agrietadas
Atormentada clorofila compasión lunar
Nuestra fidelidad al sonido de estos montes
Era toda la noche que habríamos podido tragar
Sollozo herida valla peral.


*


Era una lingua povera la nostra
Levigata come i sassi del torrente
Come le punte degli ontani d’inverno
Una lingua di rintocchi di battiti sordi
Una lingua di nebbia di incenso
Evocava lo scricchiolío dei passi sulla neve gelata
Era una lingua sottile appena delineata
Eppure giá satura i ricordi e profumi
Di un mare lontano accanto al precipizio
Era una lingua senza profumo senza delizia ne fragore
Abbandonata e persistente come il sapore di un frutto
Non piú coltivato da lungo tempo.

*

Era un pobre idioma el nuestro
Pulido como ls cantos rodados de la rambla
Como las cumbres de los alisos de invierno
Un idioma de redobles latidos sordos
Un idioma de niebla de incienso
Evocaba el chirriar cde los pasos en la noche helada
Era un idioma sutil apenas delineado
Sin embargo saturado de recuerdos y perfumes
De un mar lejano cerca del acantilado
Era un idioma sin perfumes sin delicias ni estruendo
Abandonado y persistente como el sabor de un fruto
Que nadie cultiva más desde muchos años.

*

Non lasciare che trascorrano i miei giorni
Senza che abbia toccato i tuoi capelli
Il Rosario che sanguina tra le tue dita
Le vespe che intessono la tua corona di meraviglie
Non lasciare che trascorrano i miei giorni
Senza che abbia potuto toccare il panno della tua veste
La neve che fiorisce ai tuoi valloni
La mandorla dei tuoi occhi che allatta
Corvi e merli
La mitezza dei tuoi alluci
Sul muschio sulla sabbia
Sulle strisce di carta di quotidiano
Che il vento disperde sul selciato
Lasciami accettare il tuo tepore
Quando le nuvole si disfano
In filamenti di cellule minacciose
E il cuore sta allo zenith del cipresso
Nella notte dell’Io
Lasciami che avvenga questo abbraccio
Che il mio rispetto non ti muti in vetta
O in bagliore o in sorriso
O corsa obliqua delle volpi
No! Mio tepore, spargi tu il mio sale
Lasciami la speranza delle bacche.


*


No dejes que mis días transcurran
Sin que haya acariciado tu pelo
El rosario sangrando entre tus dedos
La avispas que tejen tu corona de maravillas
No dejes que transcurran mis días
Sin que haya podido tocar el tejido de tu veste
La nieve que florece tus valles
La almendra de tu ojos que amamanta
Cuervos y mirlos
El sosiego de tus dedos gordos
En el musgo en la arena
En las rayas de papel de periódico
Que el viento dispersa en la calzada
Cuando las nubes se deshacen
En hileras de células amenazantes
Y el corazón marca el zenit del ciprés
En la noche del Yo
Déjame  que acontezca este abrazo
Que mi respeto no te vuelva cumbre
Relámpago o sonrisa
O carrera oblicua de los zorros
¡No! Mi tibieza esparza tu mi sal
Déjame la esperanzas de las bayas.