giovedì, febbraio 26, 2015


Immolati gli occhi

Immolati gli occhi
All'incombere della cascata
L'ampolla continuava a scintillare
Tra fiotto e fiotto di oscuritá.

*

Lasciavi cadere gli occhi
Fino in fondo allo specchio
Gigli e calle ti leccavano i piedi
Lentamente la tua bianchezza
Si separa da te
Come il sonno madido
Dal prato di artemisia.

*

Il cigno insinuava il suo candore
Tra le tue cosce
Con tutte le tue mani sollevavi
Anfore e bicchieri
Versavi il vino dell'ascolto
Nella coppa del silenzio.

genseki

Il giardino

Il giardino solo lo vedevamo
Attraverso una grata
D'acciaio antico
Ed erano ghirlande di dolore
Polline di luce
Zampilli di tenebra
Gocce di luna
I nostri occhi si mutavano in petali
Per appassire a primavera.

*

Il sonno era come
Goccia a goccia
Nel pozzo dell'occhio
Artemisia e appio
Profumavano la notte
Sotto le palpebre premeva
La luce fredda delle stelle.

genseki

La propagazione del dolore

La propagazione del dolore
È un'arte sottile
In questo inverno cosí verde
In attesa del sorriso delle mimose
Il lembo delle gonne
Sfiora appena il pavimento di ardesia
Cosí si schiudono i fiori
Come spade come pugnali.

*

Il dolore è un filo di luce
Attraversa la macchia
Il bosco intero
Noccioli e ontani sono carne rosa
Hanno tante dita
Le erbe dimenticate
Il rio scorre verso il passato
Lo sguardo trascorre dal granito alle nubi.

genseki

venerdì, febbraio 20, 2015

A. R. Ammons

Quiete


Mi dissi: andró in cerca di ció che è umile
E sará dove
Metteró le radici della mia identitá:
Tutto i giorni mi sveglieró
In prossimitá di ció che é umile,
Un centro focale un promemoria appropriato,
Una misura per il mio significato,
La voce grazie alla quale saró ascoltato,
La volontá e il tipo di egoismo
Che potrei
Liberamente adottare come propri:

Ma pur avendo cercato ovunque,
Non posso trovare proprio niente
A cui abbandonarmi:
Tutto è

Magnifico nell'esistenza, tutto è
All'apice della gloria:
Nulla è umiliato
Nulla ho potuto umiliare:

Dissi: che cosa è piú umile dell'erba?
Ah, lá sotto, ecco
Una corteccia di muschio secco come bruciato:
E dissi; ecco dove posso porre la mia dimora; ma
Mentre mi annidavo
Incontrai sotto la superficie grigiastra
Meccanismi verdi troppo complessi per l'intelletto
Che speravano di rinarscere con la pioggia; allora mi alzai

E corsi esclamando che non vi è nulla di umile nell'universo:
Incontrai un mendicante
Con ceppi al posto delle gambe: nessuno lo considerava
Degno della minima attenzione: tutti passavano senza guardare:
Mi annidai e trovai la sua vita:
L'amore scosse il suo corpo come una devastazione
Dissi
Anche se ho cercato dappertutto
Non vi è nulla di umile nell'universo:

Passai dall'alto in basso attraverso
Le trasfiguarazioni della grandezza, della forma e dello spazio:

In punto improvvisamente giunse la quiete,
Che meravigla:
Muschio, mendicante, cespugli, zecche, pino, io che magificenza
L'essere!

A. R Ammons

De The Selected Poems: 1951-1977, Expanded Edition

Trad genseki

giovedì, febbraio 19, 2015

Il Tirso

Le tue mani mi salutavano da tutte le foglie
I tuoi denti da tutti i fringuelli
Succo di pinoli erano le tue sillabe
Come bacco regnavo con il tirso
Sullo sciame dei miei errori.

genseki


mercoledì, febbraio 18, 2015

Una pietra che cade

Una pietra che cade
Dischiude un universo
Di dolore e di suoni
- Mi manchi -
Lo diceva al vento
E la sera era palpabile abbandono
D'ali nella macchia sgomente
Frulli
Agli angoli della bocca salace
La piega amara del disprezzo
Un tempo bastava Novembre
Perché si chinassse
Alle mie tempie sudate
Il volto dell'angelo della storia,
Ora, Signore ti disfi in mille foglie
Nel mito della bontá respiro
Come il passero sul fico di Nicodemo.

*


Nell'abbandono alle ali
Si aprono mani vespertine
Con petali di pura visione
Un velo cobalto sciupa
Il brivido del bosco
L'orrore dell'agonia del merlo;
La bicicletta, la febbre
La muffa
Il profumo delle mele fermentate
Ah! Restare qui
Lasciarsi morire qui
Fino all'anno delle comete!

*

genseki

Guglielmo di Saint-Thierry

Chi sta con Dio è ancora piú solo di quando è solo.